FINANZA AGEVOLATA e PMI: come cogliere le opportunità con successo e mettere a frutto i finanziamenti per l’innovazione.

Intervista a Manuela Bonazza, FINGENIUM

Che si tratti di fondi regionali, statali o comunitari, i finanziamenti pubblici sono linfa vitale per sostenere i costi ingenti per lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Accedere ai bandi per ricerca e innovazione e ottimizzare tutte le risorse disponibili però sono operazioni per niente scontate, che richiedono esperienza e un know-how altamente specifico.

Innanzitutto – spiega Manuela Bonazza, fondatrice e General Manager di FINGENIUM, società specializzata in finanza agevolata – bisogna distinguere tra innovazione e ricerca&sviluppo, perché sebbene possano sembrare riconducibili allo stesso concetto, a livello normativo le cose cambiano. Il campo della ricerca&sviluppo è normato dal Manuale di Frascati e si riferisce all’immissione sul mercato di prodotti che ancora non esistono e non sono replicabili. L’innovazione è invece normata dal Manuale di Oslo e fa riferimento a miglioramenti di uno stesso prodotto o servizio già esistente. Questa si divide poi in innovazione di prodotto, quando riguarda i macchinari e le tecnologie produttive, e innovazione di processo, nel caso di elementi meno visibili ma comunque essenziali, come sistemi informativi, gestionali, ERP e strumenti IT in genere”.

Si tratta di risorse vitali, su cui si basa la crescita delle imprese in qualunque settore. “Oggi – continua la manager – una PMI non può fare a meno di investire in innovazione, specialmente nei processi. Prima si pensava fosse solo appannaggio delle grandi imprese, ma non è più così: anche le piccole sono ormai obbligate a ottimizzare ogni singola risorsa se vogliono sopravvivere e ottenere dell’utile. Da qui l’importanza di poter contare su competenze manageriali per svolgere tutte queste attività. Il livello di specializzazione richiesto è sempre maggiore, quindi gli imprenditori devono riconoscere i propri limiti e affidarsi a figure specializzate in grado di effettuare audit tecnologici e di offrire un supporto per la ricerca e l’ottenimento dei finanziamenti”.

Un’analisi dettagliata delle esigenze e degli obiettivi di sviluppo dell’azienda sembra quindi essere il punto di partenza imprescindibile. “Fare innovazione di processo – conclude Manuela Bonazza – non significa semplicemente acquistare un software nuovo. È un percorso che parte dalla consapevolezza di dove si vuole arrivare e come, da una stima delle proprie risorse e da un piano di crescita che coinvolge tutto il personale. Così come siamo abituati a valutare il payback di un macchinario, la stessa cosa bisogna fare con un processo innovativo. Se capiamo questo possiamo intercettare numerose agevolazioni fiscali: lo spirito delle istituzioni è sostenere l’evoluzione tecnologica e competitiva delle imprese, ma gli strumenti sono tanti e bisogna saper scegliere quelli più adatti. Il fine ultimo è mettere a reddito il finanziamento ottenuto e per riuscirci serve apertura mentale, per mettere in discussione il proprio modello di gestione e trovare il modo di migliorarlo con gli strumenti a disposizione. È solo così che possiamo evolvere”.

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