INTERVISTA A MATTEO TAESI, AXìANET
La crescita di una PMI è legata a molteplici fattori, ma spesso, se l’obiettivo è la scalabilità del business, è necessario aumentare il capitale, andando alla ricerca di investitori. È questo il campo della finanza di equity, un campo che però va approcciato con gli strumenti adeguati e soprattutto con competenze di alto livello.
“Quando ci si rivolge a un fondo di investimento – precisa Matteo Taesi, Presidente di AXìANET, network di professionisti specializzati in operazioni di M&A (Mergers and Acquisitions) – non si può farlo in modo improvvisato. Se un’azienda vuole riuscire ad attrarre investitori, il primo passo da fare è quello di strutturarsi, valorizzando e ottimizzando le proprie risorse così da diventare appetibile. Tra le cose che più pesano nel processo di valutazione c’è anche la presenza di una reportistica, quindi la capacità di misurare in modo esatto e costante le performance aziendali. Di fatto, quando si tratta di operazioni di M&A non si può pensare di ottenere dei risultati concreti senza dotarsi delle necessarie competenze manageriali”.
Competenze che però non tutti possiedono, specialmente quando si parla di piccole realtà. “Non tutte le imprese sono ugualmente e adeguatamente strutturate – continua Taesi – perché magari legate a una gestione ancora familiare o al singolo imprenditore. Allo stesso modo, non tutte possono permettersi di assumere dei manager full time, quindi può accadere che queste competenze, fondamentali per interfacciarsi con i grandi player finanziari, non siano presenti in azienda. È un’esigenza che riscontriamo da anni in moltissime imprese e su cui si incentra la nostra attività, in particolare con il servizio di temporary management”.
Una figura, quella del Temporary Manager, che nasce a metà degli anni Settanta, ma che rimane ancora in parte sconosciuta in Italia. “Si tratta di uno strumento estremamente utile e flessibile – conclude il numero uno di AXìANET – in grado di portare in azienda competenze verticali e specifiche, essenziali in caso di operazioni delicate o in momenti di cambiamento radicale. Rispetto a un consulente, il Temporary Manager si occupa di un progetto di implementazione di una determinata funzione, entrando a far parte a tutti gli effetti dell’organigramma aziendale, con tutti i poteri e le responsabilità che ne conseguono. In pratica, rimane in carica fino al raggiungimento degli obiettivi prestabiliti, per poi passare in eredità l’attività al personale interno o al suo successore. Così facendo si abbattono i costi, in quanto si paga solo il tempo effettivo; una soluzione pratica, efficace ed economicamente sostenibile per le imprese”.